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sabato 5 gennaio 2013

Home Sweet Home.

Ieri
Minchia, sono già le 8, altri 10 minuti e mi alzo, altri 10 minuti ancora, ancora un attimo, cazzo sono già le 8.30, uffa devo togliere le lenzuola sporche, perché ho così tanta roba?, non ci va tutto in valigia, vabbè, queste 4 paia di scarpe me le vengo a prendere un altro giorno, ma quante cazzo di valigie ho?, sembro una profuga, ma ce la faccio ad arrivare sana e salva?, vabbè, prenderò un taxi dall'aeroporto tanto quanto vuoi che mi costi?, è così vicino!, mamma mia che palle, 'ste 3 ore in autobus non passano più, fortuna che c'è il wifi attivo stavolta, uh guarda, un camion della Guinness a darmi il benvenuto a Dublino, ma ci vuole ancora molto per l'aeroporto?, e ora come faccio a portare tutte le robe alla fermata del taxi? uh i carrelli gratis, questa sì che è civiltà, sì, senta devo andare a Swords, a Ridgewood, ah, dice anche lei che è un bell'estate?, sì effettivamente piace un sacco anche a me, oggi è il primo giorno che vedo Swords col sole e mi viene da sorridere, ecco, sì, la casa è questa, quant'è?, 11 €, ottimo, ciao Lidia, ah, stai pulendo?, ciao animaletti!, io mi metto a svuotare le valigie eh, però prima ci fumiamo una sigaretta?, sì, dai, ci vengo al mare con te e Jackie però devo comunque comprare le lenzuola e gli asciugamani, ci passiamo al ritorno allora, pronte?, ok andiamo, ma ci vuole ancora molto?, no ragazze, mi sa che vi do buca, sono già le 15.20, altrimenti non mi resta tempo, ci vediamo dopo, minchia ma quanto costano le lenzuola? oddio, quanto pesano 'sti sacchetti, non ce la farò mai a comprare tutto quello che mi serve, 'sti cazzi, torno a casa, devo ancora disfare le valigie, Judith sei a casa?, ok allora ci vediamo lì, arrivo nel giro di mezz'ora, ciao coinquilina!, sì, devo mettere la roba a posto, ma prima una sigaretta, e poi devo andare a comprare qualcosa, tipo il caffè che ce n'è assoluto bisogno, ah, spiegami la lavatrice e l'asciugatrice please, mmm, sì dobbiamo fare i turni delle pulizie, dai vado da Tesco che sto proprio starving e ancora non ho svuotato le valigie, mamma mia, Tesco non è un supermercato, è una gioielleria!, aspetta, mi sa che mi sono persa, come faccio a tornare a casa?, ah, ok, casa sta qui, Judith ho preso il vino!, dai vado a svuotare le valigie, no, ancora non ho assaggiato i tuoi muffin ma hanno un aspetto delizioso, ah, quindi per te baking è come una terapia?, pensa, io per rilassarmi cucino, ottimo, io preparo il main course e tu il dessert!, e quindi tu lavori a Google?, fico!!!, no, sai, ero innamorata, ma era una relazione malata, ma che ora è?, dannazione LE VALIGIE!, sì, mi ci vorrà tutta la notte se continuo di questo passo, oh ciao Lidia sei tornata?, dai, mi faccio un sandwich prima di salire su in camera, e una sigaretta, bye Judith, enjoy the gym, ok, stavolta vado davvero, smettetela di distrarmi!, madonna, non ho mai abbastanza spazio per la mia roba!, finalmente il letto è pronto, ce l'ho fatta, potrei dormire per anni, sì Lidia, effettivamente la mia borsa è fighissima, l'ha fatta mia sorella sai?, aspetta, ti faccio vedere l'altra che ha realizzato ultimamente, ti piace?, ok, ti faccio sapere quanto costa, oh Judith, sei già tornata dalla palestra?, significa che sono già le 23.00!, sono proprio distrutta, aspetta, beviamo un bicchiere di vino prima di andare a dormire, brindiamo alla casa, che significa fussy?, ah, ok, perfetto, ho capito, beh ragazze è tardi, si, ho un po' di mal di testa, forse perché è il primo giorno che parlo solo ed esclusivamente in inglese e non connetto più, si, ok, stavolta vado, davvero, è già mezzanotte, penso che crollo, mmm come è comodo questo letto.

Oggi

(lazy day sul divano con Mary)

mercoledì 2 gennaio 2013

Prìncipi

Sto a Galway da ben 3 mesi e non ho ancora rimorchiato. Secondo me è perché ogni volta che vado in un pub sono con mio cognato e la gente pensa che stiamo insieme, infatti l'unica sera che ho più o meno rimorchiato ero uscita DA SOLA. Un tizio mi ha chiesto di conoscerci mentre ero fuori dal pub che fumavo. Che poi era un tizio totalmente inutile che si credeva figo, un ragazzino di 22 anni che, appena ha saputo che io di anni ne ho 33, ha pensato di aver fatto 13 e ha iniziato a tentare di abbracciami dicendomi I don't care, I like you! L'ho liquidato dicendogli che I CARE e che non me ne faccio niente di un adolescente. Poco dopo un altro tizio mi biascica una cosa che non ho capito e che mi sono fatta ripetere circa 5 volte. Alla fine ho capito che mi diceva solo Hello. Non so chi stava messo peggio, se io che non capivo un semplice hello o lui che non ce la faceva a dirlo. Vabbé, capita.
Il fatto è che invece ieri sera ho conosciuto un tizio mooooolto carino. Amico di amici, 33 anni, single, rastafariano, vegetariano dalla tenera età di 12 anni, percussionista, drogato di caffè e tabacco, la sua birra preferita è la Guinness e... mamma mia che bel suono aveva il mio nome quando lo diceva lui! Inoltre ieri mi sentivo pure carina (e forse lo ero anche), quindi sembrava tutto perfetto.
Ovviamente non potevo esimermi dal fare una delle mie solite figure de merde: mi sono dimenticata il suo nome dopo ben 1 solo nanosecondo. Ma che volete?, è polacco, in Polonia hanno nomi un po' strani. Una cosa tipo Erik o Jared o Darren.
Insomma, dopo tipo 10 volte che lui pronunciava il mio nome mentre parlavamo nella terrazza fumatori di un pub (What do you think Valeria? o You know, Valeria... o I agree with you Valeria), mi sono detta che non poteva andare avanti così. Ho raccolto tutto il mio charme e savoir faire (3 secondi netti), mi sono messa gli occhi a gatto-con-gli-stivali-di-Shrek e gli ho detto: Ehm, before we go back inside, can you please tell me again your name? Mi ripete il suo nome, faccio un pessimo tentativo di ripeterlo e lui mi dice che lo posso chiamare come mi pare, anche Erik. No! I want to call you with the right name! Sorride. Bellino lui... Mi fa lo spelling e, finalmente, capisco: Jarek (si legge IARECH, mo' ditemi voi se era facile!). Ma sono ancora in pericolo: posso ancora dimenticarlo, quindi gli chiedo se ha una penna. Mi guarda un po' confuso, mica l'ha capito che devo fare. Mi fiondo al tavolo dove avevo lasciato la borsa, afferro la penna che tengo sempre in borsa (come una diligente signorina ben organizzata) e mi scrivo il suo nome sul palmo della mano. Glielo mostro e sorride e mi dà il 5. Bellino lui.


Abbiamo chiacchierato di politica, religione, rispetto, lavoro, dipendenze. Mi piaciucchia proprio. Quando vado via mi dà un abbraccio un po' più lungo del dovuto e un bacio sulla guancia. Penso di essere diventata sul fucsia andante, per fortuna che le luci erano basse. Mi fa Goodbye Valeria, see you! E NON mi chiede il numero di telefono.
Poco dopo scopro che sta a Waterford, che è tipo dall'altra parte dell'Irlanda, ma non dall'altra parte dove andrò a stare io, dall'altra parte ancora. Dannazione. Poi dici la sfiga.

Del femminicidio.

In merito alla questione "Le donne provocano, ecco perchè le violentano" vorrei dire una cosa, una cosa piccola piccola. Anzi, più che dirla, ve la mostro.

(scattata nel bagno delle donne del Tigh Neachtains, Galway)

lunedì 24 dicembre 2012

La mala educacion.

Allora, chiariamo subito come stanno le cose: IO sono una persona fondamentalmente educata e polite. Qui su Blogger tendo a rispettare le idee altrui anche se non sono d'accordo, tendo a non essere invasiva, generalmente faccio in modo di non infastidire la gente e cerco di fare commenti pertinenti ai post (se non sono interessata, ovviamente, lascio perdere e non commento). Credo che sia buona regola di web-civiltà. Quindi gradirei la stessa cosa da chi viene qui.
Ammetto che, detta così, può sembrare una cosa aggressiva, ma oggi mi è arrivato, per la seconda volta sullo stesso post, un commento-spam in cui mi si invita a leggere un certo blog e a rispondere a un certo sondaggio.
Quando ricevetti il primo commento (che si vedeva lontano un miglio che è frutto di un copia/incolla), andai sul blog in questione e partecipai al sondaggio, anche se ritengo siano stati 5 minuti del mio tempo irrimediabilmente buttati al cesso. Vabbè, per dovere di cortesia si fa. Detto ciò, oggi vedo che mi è arrivato di nuovo lo stesso commento, identico in tutto, pure nelle virgole, sullo stesso post. Ovviamente vado in bestia per svariati motivi:

  1. hai lasciato il tuo commento di spam e sponsor violando la netiquette (vorrei vedere se venissi a spammare inutilità sul tuo blog ogni santo giorno che Dio ha messo sulla Terra);
  2. vieni a "casa mia" la prima volta e nemmeno ti degni di scrivere qualcosa di pertinente al post che hai appena commentato;
  3. dopo qualche giorno ritorni e ripeti il misfatto, giusto 3 commenti sotto al primo, e ciò mi fa capire che non hai scritto un commento relativo al post commentato perché non ti sei degnato di leggerlo né la prima, né la seconda volta che sei venuto sul mio blog: e io che ho pure sprecato il mio tempo per il tuo sondaggio di cui non me ne poteva fregare di meno!

Presa da un attimo di incazzatura accelerata ho cancellato entrambi i commenti.
Ma ho un messaggio di Buon Natale personalizzato per te, caro amico cinefilo, e lo scrivo bello grande (violando purtroppo la netiquette a mio volta), non sia mai che stavolta te lo perdi:

SE VUOI PASSARE UN BUON NATALE SMETTILA DI SPAMMARE SUL MIO BLOG 

Grazie.

domenica 23 dicembre 2012

Cercasi casa disperatamente (ma nemmeno troppo).

Ho chiamato la tipa per la casa-bella-dove-c'è-anche-un-gatto-ma-che-480-euri-anche-no. L'ho chiamata perché, udite udite, ha abbassato il prezzo a 460. E perché in quella cifra ci sono comprese anche tutte le bollette. Sono praticamente entrata in fibrillazione quando ho visto l'annuncio modificato. L'ho chiamata 2 volte, ma non mi ha risposto. Allora le ho mandato un SMS e una mail, non sia mai che pensi che non sia abbastanza interessata. Mi ha risposto alla mail dicendomi che posso andare a vederla! Io le ho chiesto se posso andare il 28 o il 29. Lei ancora non ha risposto. O Dei dell'Olimpo, se c'è un Dio protettore delle ragazze italiane che cercano casa a Swords, io lo invoco per fare in modo che non ci sia nessun'altra ragazza che chiami per la casa nel frattempo (se poi è bello come un dio greco fatelo materializzare sulla Terra e ditegli che mi può passare a trovare quando vuole). Lo so, è una richiesta egoistica, ma prometto che se riesco a prendere quella casa... no, non prometto proprio niente: questo 2012 è andato un bel po' di merda, me la merito una cosa buona! Eccheccazz! Comunque la tipa si chiama Judith e io ho subito pensato al pezzo degli A Perfect Circle. Sarà un segno del destino che Judith sia una delle mie canzoni preferite?

sabato 22 dicembre 2012

Segnalazioni.

Oggi mi sono messa a piangere dopo aver visto l'ultima puntata (ultima in ordine cronologico, intendo) di How I Met Your Mother. Mi sono sentita un po' signora-idiota-che-piange-quando-Brooke-e-Ridge-si-sposano-per-la-tredicesima-volta. Che vergogna. Inoltre, cosa ancor peggiore, pensando di non essere l'unica che provasse un sentimento di questo genere, ho detto a mia sorella che era lì a guardare HIMYM con me: "Cioè, mi viene da piangere!". Lei mi ha guardato con espressione allibita e compassionevole. Che vergogna al quadrato. Non contenta di tutto ciò, lo sto anche scrivendo pubblicamente sul blog: sono proprio senza vergogna.

Il raffreddore sta finalmente andando via. Tutto merito di un farmaco miracoloso che non solo ha ucciso tutti i cattivi germi che infestavano il mio corpicino delicato, ma mi ha anche assicurato 11 ore di sonno continuo e un sogno allucinante che aveva tra i protagonisti anche una mia ex coinquilina che non vedo tipo da 3 anni. Questo fantastico ritrovato della scienza irlandese si chiama Night Nurse (un nome che è tutto un programma): 2 capsule prima di nanna e il raffreddore diventa solo un ricordo. Veloce come è arrivato se n'è andato. E' rimasto giusto il tempo di obbligare mia sorella a segregarmi in casa per 2 giorni e di farmi saltare un pranzo con le amiche. Grazie raffreddore, grazie.


Come dicevo nel post scorso, ho finalmente trovato lavoro (per fortuna che non siamo morti tutti, mi sarei un tantino incazzata se il mondo fosse finito giusto quando ho trovato lavoro dopo 3 mesi di invio curricula a mezza Irlanda con risultati sconfortanti) e quindi a breve dovrò spostarmi vicino Dublino, a Swords esattamente (o, come dico in questi giorni, a Spade).. Sto cercando casa... o meglio, sto guardando gli annunci. Devo decidermi però, eh, ché mica stanno aspettando a me. Il fatto è che mi sono innamorata di una casa, che però è un po' cara... certo, è ben tenuta, avrei il bagno personale, un grande giardino, abiterei solo con una persona e ci sarebbe anche un gatto. Però 480 euri è tanto, eh. Vabbè, ci penserò. E visto che cambio città oltre al mio indirizzo di casa, forse, dovrebbe cambiare anche l'indirizzo del blog. O no?

domenica 16 dicembre 2012

Tutto il mondo è Paese.

Oh!, che bel Paese l'Irlanda! Una nazione di persone gentili, carine e disponibili. Una nazione che ha dei costrutti grammaticali speciali per chiedere gentilmente di fare qualcosa, una nazione che ha come parole più usate sorry, thanks e sláinte (che in gaelico significa salute ed è il brindisi irlandese per eccellenza)  e dove le persone non ti dicono semplicemente hi per salutarti, ma contemporaneamente ti chiedono pure how are you?. Roba che quando chiedi come arrivare in un posto X, è probabile che la persona a cui chiedi ti ci porti pure, anche se la cosa influisce sulla sua tabella di marcia. Roba che se per strada sei distratto e vai a sbattere contro qualcuno causandogli danni più o meno gravi, il tizio in questione ti chiede scusa come se fosse colpa sua. Ve lo immaginate un irlandese che, al posto di Richard Ashcroft, tenta di girare il video di "Bitter Sweet Symphony"?

'Cause it's a bittersweet symphony, this... sorry... life
Trying to make... excuse me... ends meet
You're a... hi, how are you?... slave to money then you die
I'll take you down the only road I've ever been down...
oh, yes, go straight ahed and then turn right... you're welcome!...
You know the one that takes you to the places
where... excuse me... all the veins meet yeah

No change... sorry... I can't change
I can't change, I can't change
But I'm here in... excuse me... my mind
I am... thanks... here in my mind
But I'm a million different people
from one... sorry... day to the next
I can't change my mind
No, no... hi, how are you?... no, no, no, no... bye... no, no, no, no, no, no...

No, non regge.
Però i matti esistono anche qui e sono l'eccezione che conferma la regola.
Ieri vado a fare spesa con mia sorella da Tesco. Parcheggio immenso, posti liberi zero. Facciamo un paio di giri, ma trovare parcheggio è un po' un'impresa come in tutti i paesi civilizzati. Avevamo anche avvistato un paio di persone dirigersi verso le rispettive macchine e che poi non sono andate via (pare che gli irlandesi abbiano un'insana passione per le attività da svolgere in macchina, tipo parlare al telefono, mangiare, chiacchierare con l'amica di turno, dormire...). A un certo punto vediamo una signora con carrello andare verso la propria macchina. Ci fermiamo in un posto che non dava particolari problemi allo scorrere del traffico parcheggiante e aspettiamo. La signora inizia a mettere tutto nel cofano con una flemma degna di un bradipo. Finito il trasferimento nel cofano, lo chiude e si avvia lentamente verso il deposito-carrelli mentre estrae il cellulare dalla tasca e lo guarda. Nel frattempo iniziano ad arrivare macchine dietro la nostra. Mia sorella mi suggerisce di scendere così posso "occupare" il posto della signora che va via mentre lei fa un altro giro per non bloccare il traffico. La signora intanto, dopo aver lasciato il carrello, è tornata vicino alla macchina e pare sia nel bel mezzo di un'accesa conversazione su Whatsapp o Facebook o non-so-che e non accenna ad andare via. Mi avvicino.
"Scusi", le dico, "sta andando via?"
Solleva lo sguardo dal telefono e mi fa: "Sì, sto andando via, ma con i miei tempi, ok?".
Minchia! Per un attimo rimango basita, non me l'aspettavo che ce le avesse girate già di prima mattina. È sabato, mica lunedì! Con un sorriso le dico: "Ok", come a chiudere la conversazione.
Mi sa che il fatto che io non abbia replicato l'ha incarognita ancora di più, perché dopo un attimo di silenzio mi abbaia di nuovo contro: "...no, perché se mi metti fretta io non me ne vado, capito?!?!?!".
Ma che vuole questa? Dannazione, perché ancora non so litigare bene in inglese? Dovrebbero insegnartele a scuola 'ste cose, e invece no!, ti insegnano il present perfect progressive, ché tanto non lo capirai mai né tanto meno lo userai. Le dico: "Oh, no, non le sto mettendo fretta, stavo solo chiedendo..." e dentro di me inizio a chiedermi quanto tempo ci metterà per andarsene dopo questa breve conversazione. Decido di chiamare mia sorella, che stava ancora facendo un giro nel parcheggio, per dirle che quel posto ce lo eravamo giocate e mentre cerco il cellulare nella borsa vedo la macchina della tipa che va via 20 secondi esatti dopo che mi aveva detto che aveva i suoi tempi.
Ma che è matta? E allora vedi che non c'aveva niente da fare nel parcheggio?!?!?! E lì, l'illuminazione. Un Paese può essere civilizzato quanto vogliamo, le persone possono essere più o meno gentili, le regole possono venire rispettate o totalmente ignorate: tutto questo non importa. Non sono i soldi, i gioielli, gli abiti costosi o le case di lusso a fare la felicità. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per rimanere calmi e vivere tranquilli non è un lavoro o l'amore: è un parcheggio (e questo video ne è testimone).

mercoledì 12 dicembre 2012

Friends will be friends?

C'è che oggi sono abbastanza incazzata. Mo' non sto qui a spiegare tutto il discorso per filo e per segno, perché sarebbe un post che dovrebbe raccontare circa 14 anni della mia vita e sinceramente non solo è troppo lungo da spiegare, ma non ho manco tutti i particolari della vicenda sotto mano, ché certe cose non me le ricordo più manco io, ma rimangono le sensazioni. Però, to make the long story short, dico solo che stamattina ho ricevuto un SMS da quella che ho sempre definito la mia migliore amica con le seguenti parole: "Ho urgente bisogno dh parlare con te". Più stringato di così si muore. E per giunta con l'errore di battitura. Allora, premettendo che un SMS si compone di 160 caratteri, che se ne usi 25 non è che risparmi, potevi anche dirmi "Ciao brutta testa di cazzo che non sei altro, come va? Ho urgente bisogno di parlare con te, ci sentiamo via mail? TVB! Exxxxxx". Ecco, questi sono circa 140 caratteri. Questo è un SMS che ti aspetteresti dalla tua MIGLIORE AMICA. E invece no, te ne arriva uno proprio di merda. Ok, passi questo. Dico, hai urgente bisogno dh parlare con me? Chiamami! E invece no. Manco i soldi della telefonata mi vuoi spendere. Ammetto che una chiamata all'estero costa, ma visto che non mi chiami praticamente da quando sono partita e io invece un paio di chiamate te le ho fatte, visto che sono stata la tua testimone di nozze, visto che prima che partissi ti ho detto tipo 3000 volte di farti un cazzo di account Skype/Viber/Whatsapp e tu ancora non te lo sei fatto perchè non te lo sai fare e aspetti che tua cognata ti faccia la grazia di dedicarti 2 minuti di tempo per crearlo (cazzo, ma non siamo nel 2012?), visto che sei TU che hai urgente bisogno dh parlare con la sottoscritta, visto che sei praticamente venuta a salutarmi la sera prima che partissi alle 10 di sera e sei rimasta con me tipo solo un quarto d'ora e non hai nemmeno avuto la buona creanza di tenerti il pomeriggio libero per passarlo con me sapendo che ci saremmo riviste chissà quando, visto che mi sembra che questa è un'amicizia unilaterale, ALLORA il mio SMS di risposta è stato: "Mandami una mail."
Però mi rode.

Forse il più grande cruccio degli Italiani all'estero.

Oggi sono distrutta. Anche ieri lo ero, effettivamente. E anche il giorno prima. A dire il  vero è da quando sono in Irlanda che, arrivata a sera, crollo. E dire che passo le mie giornate davanti al PC mandando curricula (sì, sto cercando lavoro), quindi non è che faccio poi tutto questo sforzo. Arrivata ad una certa ora inizio a sbadigliare che manco se non dormissi da un mese. Sarà la vecchiaia, che ne so?, ma fino a qualche mese fa non era mica così. Tiravo tardi, anche fino alle 5 del mattino, chattando o semplicemente cazzeggiando sull'internèt. Vero è che poi dormivo fino a mezzogiorno abbondante... Mi sa che mi sono rammollita. O forse è solo la mancanza di caffè. Mamma mia, quanto mi manca il caffè... Qui hanno questo bibitone, che è pure buono, eh, io ne bevo due o tre tazze al giorno e mi piace molto. Ma... non è che voglio fare l'italiana a tutti i costi, anzi, però diciamocelo: cosa ne sa l'Irlanda del caffè? Niente.
Example given. L'altro giorno vedo un'insegna "Lavazza" mentre tornavo a casa da scuola. Mi sono quasi commossa, ché era già da un mese che non bevevo un caffè di quelli veri. Entro in questa specie di bar/caffetteria/pasticceria che niente ha a che fare con i bar/caffetteria/pasticceria italiani. Arredamento bianco e rosa, luci soffuse e una marea di dolcetti burrosi e/o cioccolatosi ben allineati in vetrina, su ogni vassoio una targhetta disegnata con l'indicazione del dolce, degli ingredienti e del prezzo in bella grafia nera su fondo rosa. Non era un negozio, era una bomboniera. La tipa dietro al bancone, in uniforme nera, mi sorride e chiede cosa prendo.
"Espresso, please".
Subito si mette all'opera... e commette il primo errore: afferra un bicchierone di carta, di quelli che in Italia troviamo da McDonald's per la CocaCola grande. Inizia a premere bottoni vari con aria vagamente perplessa e il mio sogno di prendere un buon caffè inizia lentamente a frantumarsi. Dopo qualche secondo spegne la macchinetta. Poi la riaccende, la fa andare per circa 15 secondi e poi la stacca di nuovo. Prende il bicchiere, lo guarda, lo rimette sotto al beccuccio e riaccende, per la terza volta, la macchinetta. Non ce la faccio:
"I think it's enough...", dico timidamente.
"Seems like it doesn't work...", fa lei. "This espresso is very short...".
"Can I see it...?", chiedo.  Mi passa il bicchiere. Dentro ci sono almeno due dita di caffè, forse un po' annacquato, ma che odorano di espresso.
Le dico: "It's ok, in this cup there are 3, maybe 4 espresso...". Strabuzza gli occhi. Proseguo: "You know, I'm Italian... in Italy espresso is very very very short...".
"So... is this ok with you?", chiede, speranzosa. Mi chiedo quanti espresso abbia preparato in vita sua e che rapporto abbia con la macchinetta della Lavazza.
"Yes, it's perfect! How much is it?"
"€ 2.20"
Porca miseria. Pago e sorrido. Nel frattempo il caffè si è già freddato in quella tazza di carta immensa. Però è buono. Beh, doveva esserlo per forza, visto che mi è costato più di un ombrello!

(in giro ho trovato questa pagina veramente carina!)

lunedì 10 dicembre 2012

Oggi è un giorno bellissimo.

Sono arrivati i soldi della cassa integrazione... e io sono quasi commossa. Dopo la delusione di essere stata cacciata, insieme ad altre 250 persone, dal mio posto di lavoro che occupavo proficuamente da circa 8 anni per tagli al personale, dopo aver scelto di abbandonare Roma perché tanto la situazione in Italia va solo a peggiorare e non a migliorare, dopo 8 mesi di stenti e privazioni... oggi è una giornata in cui sorridere. E siamo in tanti a farlo e ci scriviamo e ci commentiamo su FB. Abbiamo le facce sorridenti, anche se si intravede un filo di stanchezza. Dite quello che vi pare, dite pure che i soldi non fanno la felicità. Ma oggi, con un accredito in banca, io mi sento felice.