Visualizzazione post con etichetta lavoro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lavoro. Mostra tutti i post

sabato 22 dicembre 2012

Segnalazioni.

Oggi mi sono messa a piangere dopo aver visto l'ultima puntata (ultima in ordine cronologico, intendo) di How I Met Your Mother. Mi sono sentita un po' signora-idiota-che-piange-quando-Brooke-e-Ridge-si-sposano-per-la-tredicesima-volta. Che vergogna. Inoltre, cosa ancor peggiore, pensando di non essere l'unica che provasse un sentimento di questo genere, ho detto a mia sorella che era lì a guardare HIMYM con me: "Cioè, mi viene da piangere!". Lei mi ha guardato con espressione allibita e compassionevole. Che vergogna al quadrato. Non contenta di tutto ciò, lo sto anche scrivendo pubblicamente sul blog: sono proprio senza vergogna.

Il raffreddore sta finalmente andando via. Tutto merito di un farmaco miracoloso che non solo ha ucciso tutti i cattivi germi che infestavano il mio corpicino delicato, ma mi ha anche assicurato 11 ore di sonno continuo e un sogno allucinante che aveva tra i protagonisti anche una mia ex coinquilina che non vedo tipo da 3 anni. Questo fantastico ritrovato della scienza irlandese si chiama Night Nurse (un nome che è tutto un programma): 2 capsule prima di nanna e il raffreddore diventa solo un ricordo. Veloce come è arrivato se n'è andato. E' rimasto giusto il tempo di obbligare mia sorella a segregarmi in casa per 2 giorni e di farmi saltare un pranzo con le amiche. Grazie raffreddore, grazie.


Come dicevo nel post scorso, ho finalmente trovato lavoro (per fortuna che non siamo morti tutti, mi sarei un tantino incazzata se il mondo fosse finito giusto quando ho trovato lavoro dopo 3 mesi di invio curricula a mezza Irlanda con risultati sconfortanti) e quindi a breve dovrò spostarmi vicino Dublino, a Swords esattamente (o, come dico in questi giorni, a Spade).. Sto cercando casa... o meglio, sto guardando gli annunci. Devo decidermi però, eh, ché mica stanno aspettando a me. Il fatto è che mi sono innamorata di una casa, che però è un po' cara... certo, è ben tenuta, avrei il bagno personale, un grande giardino, abiterei solo con una persona e ci sarebbe anche un gatto. Però 480 euri è tanto, eh. Vabbè, ci penserò. E visto che cambio città oltre al mio indirizzo di casa, forse, dovrebbe cambiare anche l'indirizzo del blog. O no?

giovedì 13 dicembre 2012

All I want for Christmas is a job.

Cerco lavoro, ma proprio lo cerco proprio tanto. Un po' come molti, di questi tempi. Solo che io lo cerco in Irlanda in una lingua che conosco ai livelli di sopravvivenza minima. Dal 20 di Ottobre circa mando CV a destra e manca, ripetendo gli invii anche 3 o 4 volte (nel caso di Apple 7, mi pare, nel caso di Google e di eBay penso siamo già alla dozzina).
Ci sono questi bellissimi e dettagliatissimi annunci, che ti descrivono esattamente che tipo di lavoro andrai a fare, quanto prenderai, che tipo di persona cercano, quasi ti dicono pure quante volte ti potrai alzare per andare a fare pipì mentre sarai in turno. Li sfogli, li leggi, ti rendi conto che, bene o male, sai fare tutto quello che ti chiedono e pigi "Apply".
Questo tastino infernale ti catapulta in una pagina, all'apparenza innocua, nella quale ti descrivono di nuovo il lavoro e ti chiedono se hai il permesso di lavorare in Irlanda e se hai bisogno di un visto. Poi ti chiedono di immettere i tuoi dati sensibili: chi sei, quanti anni hai, di dove sei (quanti fagioli ci sono nel barattolo...).
Comunque fin qui tutto ok. Dopo che hai compilato tutto, ti chiedono di scrivere, dettagliatamente, tutte le tue esperienze lavorative immettendo date, numeri di telefoni di supervisori/datori di lavoro e mansioni rivestite (cosa che, ovviamente, hanno già nel curriculum in allegato, ma leggerlo forse gli viene troppo difficile). Finito di compilare questa parte rognosa, c'è la parte relativa alla formazione (la mia è molto breve, devo dire, e questa cosa mi fa sentire piccola piccola).
Poi iniziano le domande strane:

Quanto vuoi come stipendio?
Ah, perché  posso decidere io? Ok, allora facciamo ventimilamilionidimiliardi di euri. Milionedimiliardo più, milionedimiliardo meno.

Quali sono le tue aspettative di carriera?
Guarda, se fosse per me vorrei fare il Presidente, al massimo L'Amministratore Delegato. Per cosa era l'annuncio? Operatore di call center? Ok, va bene lo stesso.

Hai la patente?
Si, ma... cazzo, sto cercando lavoro in un call center, mica come camionista!

Sai nuotare?
Eh, ho capito che in Irlanda piove un sacco, ma da lì a dover nuotare per arrivare in ufficio la mattina...

Sei musulmano?
No, guarda, teoricamente sono cattolica. Però la carne di maiale non mi fa impazzire e la evito. Fa uguale?

Infine, ti chiedono di scrivere una short cover letter, una specie di lettera di presentazione nella quale dovresti evidenziare i tuoi punti forti che potrebbero fare gola all'azienda.
Insomma, faticosamente ti districhi tra queste 1000 domande, tenendo a mente che, sia nelle risposte, sia nella cover letter, devi sembrare positiva ma realista, disponibile ma non disperata, professionale ma friendly, motivata ma non ruba-lavoro, precisa ma non rompicoglioni.
Finalmente arrivi alla fine e ricevi la mail di conferma dell'avvenuta candidatura (di solito un servizio automatico del sito di annunci), che generalmente recita così:

"Gentile Valeria, 
grazie per averci mandato il Suo CV. 
Vista l'ingente mole di CV che ci pervengono in questi giorni, verificheremo se le Sue competenze corrispondono al profilo professionale che cerchiamo. Solo in quel caso La ricontatteremo per un colloquio.
Grazie per l'interesse che ha dimostrato verso la nostra azienda.
Cordiali saluti"

Ecco, io di queste risposte ne ho tipo un centinaio, e a volte manco questo ricevo. Vabbè.
Raramente capita anche che ti ricontattano perché your skills match the profile (a me è capitato solo 3 volte) e lì iniziano i guai. Un'agenzia di recruitment mi ha mandato delle possibili domande per prepararmi al colloquio che hanno dell'allucinante. Sì, perché al colloquio vogliono che gli racconti le storielle. È possibile che ti chiedano robe tipo: "descrivi una situazione in cui sei riuscita a usare la persuasione per convincere qualcuno a vedere cose a modo tuo". Oppure "descrivi una volta in cui hai previsto un potenziale problema e hai sviluppato misure di prevenzione", o ancora "dimmi di una volta in cui sei stata in grado di affrontare con successo un'altra persona, anche quando tale persona non ti piaceva particolarmente". E ricordiamoci sempre che sto cercando lavoro in un call center (con tutto il mio rispetto per il call center, ci ho passato 10 anni dentro a un call center a Roma!).
Insomma: studi, ti prepari e a questo colloquio ci vai. La mattina ti alzi a un orario improbabile, oscillante tra le 05.30 e le 06.15. Ti vesti bene, tipo tailleur, scarpe col tacco e trucco leggero. Ti rendi conto che morirai di freddo visto che ci sono 3°, ma per il lavoro questo ed altro. Ti rechi in stazione, ché mica il colloquio ce l'hai nella tua città, NO!, ti devi fare minimo un'ora e mezza di treno/autobus. Arrivi in questo posto, generalmente un business park lontano dal centro città, con almeno tre quarti d'ora d'anticipo (meglio in anticipo che in ritardo, ti dici, anche se stai al freddo e al gelo). Localizzi l'azienda, ché in questo dannantissimo business park ci saranno 45 edifici tutti uguali, e ti rivolgi alla tizia della reception che, notando la tua espressione da zombie, ti chiede se vuoi un caffè. Accetti volentieri e, proprio mentre stai per dare il primo sorso ristoratore a quel bibitone caldo, arrivano i tuoi esaminatori. Non hai abbastanza mani per tenere la borsa, il caffè e stringere la mano a queste persone sorridenti che, noti subito, sono vestite come se stessero andando a fare la spesa al Lidl. Incurante, molli la borsa a terra (lei ovviamente, infida, fa un tonfo sordo rivelando parte del contenuto, tra cui una rivista di moda e della cartaccia appallottolata) e stringi la mano a queste persone che ti introducono subito in una stanza con un grande tavolo. Lì inizia la battaglia. Intanto vorrei sottolineare che non è leale essere in tre contro una. Poi iniziano a farti domande su situazioni-tipo, su possibili risoluzioni di guasti standard a periferiche quali stampanti, monitor, mouse e sulle tue abilità relazionali, annuendo con vigore e facendo sorrisi a 32 denti a qualsiasi cosa tu dica. Ovvio che lì pensi che ce li hai in pugno. Alla fine del colloquio, dopo circa un'ora e un quarto, ti salutano e ti dicono "Ci faremo sentire presto".
Torni a casa soddisfatta e inizi a pensare a cosa comprerai da IKEA per arredare la tua nuova casa (la vita è fatta di priorità), ché con un lavoro ti potrai anche permettere di andare a vivere di nuovo da sola (il mio chiodo fisso sono 2 tappeti HAMPEN, uno rosa e uno azzurro, attaccati al muro). Poi telefoni a mamma, in Sicilia, e le dici che hai fatto un colloquio e che credi non sia andato male, anzi! Dopo due giorni senti una tua carissima amica di Roma che faceva il tuo stesso lavoro e le fai le stesse domande che hanno fatto a te e lei ti dà le stesse risposte che hai dato tu. Dopo tre giorni parli con un'altra carissima amica di Roma che ti dice che ha un buon presentimento e che sta andando ad accendere un cero alla Madonna. Dopo quattro giorni un'altra tua amica ti chiede come è andato quel colloquio di cui le avevi accennato la settimana prima e, dopo il tuo racconto, ti offre una pinta di Guinness per festeggiare. Dopo cinque giorni l'azienda ti richiama e ti dice che non vai bene. "Ma come?!?!", dici. "Non avete fatto altro che annuire e sorridere e dirmi OK! Perfect! a ogni singola cazzata che dicevo!"
Addio sogni di gloria, addio tappeti HAMPEN alle pareti.
Il giorno dopo, con il morale sotto i piedi, devi ricominciare tutto da capo.

Tutto questo per dire che domani ho un colloquio a Dublino e anziché studiare sto scrivendo questo post.

lunedì 10 dicembre 2012

Oggi è un giorno bellissimo.

Sono arrivati i soldi della cassa integrazione... e io sono quasi commossa. Dopo la delusione di essere stata cacciata, insieme ad altre 250 persone, dal mio posto di lavoro che occupavo proficuamente da circa 8 anni per tagli al personale, dopo aver scelto di abbandonare Roma perché tanto la situazione in Italia va solo a peggiorare e non a migliorare, dopo 8 mesi di stenti e privazioni... oggi è una giornata in cui sorridere. E siamo in tanti a farlo e ci scriviamo e ci commentiamo su FB. Abbiamo le facce sorridenti, anche se si intravede un filo di stanchezza. Dite quello che vi pare, dite pure che i soldi non fanno la felicità. Ma oggi, con un accredito in banca, io mi sento felice.