mercoledì 12 dicembre 2012

Friends will be friends?

C'è che oggi sono abbastanza incazzata. Mo' non sto qui a spiegare tutto il discorso per filo e per segno, perché sarebbe un post che dovrebbe raccontare circa 14 anni della mia vita e sinceramente non solo è troppo lungo da spiegare, ma non ho manco tutti i particolari della vicenda sotto mano, ché certe cose non me le ricordo più manco io, ma rimangono le sensazioni. Però, to make the long story short, dico solo che stamattina ho ricevuto un SMS da quella che ho sempre definito la mia migliore amica con le seguenti parole: "Ho urgente bisogno dh parlare con te". Più stringato di così si muore. E per giunta con l'errore di battitura. Allora, premettendo che un SMS si compone di 160 caratteri, che se ne usi 25 non è che risparmi, potevi anche dirmi "Ciao brutta testa di cazzo che non sei altro, come va? Ho urgente bisogno di parlare con te, ci sentiamo via mail? TVB! Exxxxxx". Ecco, questi sono circa 140 caratteri. Questo è un SMS che ti aspetteresti dalla tua MIGLIORE AMICA. E invece no, te ne arriva uno proprio di merda. Ok, passi questo. Dico, hai urgente bisogno dh parlare con me? Chiamami! E invece no. Manco i soldi della telefonata mi vuoi spendere. Ammetto che una chiamata all'estero costa, ma visto che non mi chiami praticamente da quando sono partita e io invece un paio di chiamate te le ho fatte, visto che sono stata la tua testimone di nozze, visto che prima che partissi ti ho detto tipo 3000 volte di farti un cazzo di account Skype/Viber/Whatsapp e tu ancora non te lo sei fatto perchè non te lo sai fare e aspetti che tua cognata ti faccia la grazia di dedicarti 2 minuti di tempo per crearlo (cazzo, ma non siamo nel 2012?), visto che sei TU che hai urgente bisogno dh parlare con la sottoscritta, visto che sei praticamente venuta a salutarmi la sera prima che partissi alle 10 di sera e sei rimasta con me tipo solo un quarto d'ora e non hai nemmeno avuto la buona creanza di tenerti il pomeriggio libero per passarlo con me sapendo che ci saremmo riviste chissà quando, visto che mi sembra che questa è un'amicizia unilaterale, ALLORA il mio SMS di risposta è stato: "Mandami una mail."
Però mi rode.

Forse il più grande cruccio degli Italiani all'estero.

Oggi sono distrutta. Anche ieri lo ero, effettivamente. E anche il giorno prima. A dire il  vero è da quando sono in Irlanda che, arrivata a sera, crollo. E dire che passo le mie giornate davanti al PC mandando curricula (sì, sto cercando lavoro), quindi non è che faccio poi tutto questo sforzo. Arrivata ad una certa ora inizio a sbadigliare che manco se non dormissi da un mese. Sarà la vecchiaia, che ne so?, ma fino a qualche mese fa non era mica così. Tiravo tardi, anche fino alle 5 del mattino, chattando o semplicemente cazzeggiando sull'internèt. Vero è che poi dormivo fino a mezzogiorno abbondante... Mi sa che mi sono rammollita. O forse è solo la mancanza di caffè. Mamma mia, quanto mi manca il caffè... Qui hanno questo bibitone, che è pure buono, eh, io ne bevo due o tre tazze al giorno e mi piace molto. Ma... non è che voglio fare l'italiana a tutti i costi, anzi, però diciamocelo: cosa ne sa l'Irlanda del caffè? Niente.
Example given. L'altro giorno vedo un'insegna "Lavazza" mentre tornavo a casa da scuola. Mi sono quasi commossa, ché era già da un mese che non bevevo un caffè di quelli veri. Entro in questa specie di bar/caffetteria/pasticceria che niente ha a che fare con i bar/caffetteria/pasticceria italiani. Arredamento bianco e rosa, luci soffuse e una marea di dolcetti burrosi e/o cioccolatosi ben allineati in vetrina, su ogni vassoio una targhetta disegnata con l'indicazione del dolce, degli ingredienti e del prezzo in bella grafia nera su fondo rosa. Non era un negozio, era una bomboniera. La tipa dietro al bancone, in uniforme nera, mi sorride e chiede cosa prendo.
"Espresso, please".
Subito si mette all'opera... e commette il primo errore: afferra un bicchierone di carta, di quelli che in Italia troviamo da McDonald's per la CocaCola grande. Inizia a premere bottoni vari con aria vagamente perplessa e il mio sogno di prendere un buon caffè inizia lentamente a frantumarsi. Dopo qualche secondo spegne la macchinetta. Poi la riaccende, la fa andare per circa 15 secondi e poi la stacca di nuovo. Prende il bicchiere, lo guarda, lo rimette sotto al beccuccio e riaccende, per la terza volta, la macchinetta. Non ce la faccio:
"I think it's enough...", dico timidamente.
"Seems like it doesn't work...", fa lei. "This espresso is very short...".
"Can I see it...?", chiedo.  Mi passa il bicchiere. Dentro ci sono almeno due dita di caffè, forse un po' annacquato, ma che odorano di espresso.
Le dico: "It's ok, in this cup there are 3, maybe 4 espresso...". Strabuzza gli occhi. Proseguo: "You know, I'm Italian... in Italy espresso is very very very short...".
"So... is this ok with you?", chiede, speranzosa. Mi chiedo quanti espresso abbia preparato in vita sua e che rapporto abbia con la macchinetta della Lavazza.
"Yes, it's perfect! How much is it?"
"€ 2.20"
Porca miseria. Pago e sorrido. Nel frattempo il caffè si è già freddato in quella tazza di carta immensa. Però è buono. Beh, doveva esserlo per forza, visto che mi è costato più di un ombrello!

(in giro ho trovato questa pagina veramente carina!)

martedì 11 dicembre 2012

Nostalgia canaglia.

Allora, io non lo so mica bene come funziona qui Blogspot. O forse l'ho capito e non me ne voglio rendere conto. Come dicevo in un altro post, io ho passato la quasi totalità della mia vita da blogger su Splinder, ridente località internettiana che ha chiuso i battenti da circa un anno. Di là c'era un home page sulla quale passavano gli ultimi blog aggiornati e che ti diceva chi c'era in linea. E, giuro, era utilissima, anche perché proprio quello era il cuore pulsante della comunità. Potevi sempre dare un occhio ai blog più recenti, scoprirne qualcuno particolarmente interessante e/o che incontrava il tuo gusto, verificare se qualcuno dei tuoi contatti stava on line e magari chattare direttamente da lì. Insomma, una vera e propria community. Mo' invece io mi trovo qui e... non so, è un po' come se non mi sentissi a casa. Mi sembra quasi che qui ognuno fa da sé e per sé e che, a volte, si vada avanti per conoscenze fatte in altri luoghi virtuali e non: ecco, è come se per arrivare a un blog, devi passare attraverso un altro tipo di relazione, tipo Facebook o Twitter o che ne so. Inoltre, su Splinder c'era una cosa che rendeva il tutto particolarmente affascinante: il fattore-anonimato. Potevi essere chiunque ed eri comunque raggiungibile senza passare per vie traverse. Per dire, magari mia sorella leggeva il mio blog tutti i giorni senza sapere che era il mio. Poi magari mi sbaglio, eh, ché magari non funziona mica come ho capito io (o almeno lo spero). Non è che per caso c'è qualche anima pia che me lo spiega?!?!?!

lunedì 10 dicembre 2012

#leaveamessage, spread the love!


Ok guys, that's a game, a game that will make us all smile. :)

Are you ready to spread love and good vibes around your city? Let's go!

WHAT is #leaveamessage?
Write notes with positive and encouraging thoughts, inviting us to rediscover little pleasures of life and/or encouraging us chasing happiness, and leave them lying around the city, in places where they face a high risk of being found. Bus, pubs, school, gym, work, hospitals etc. Wherever your imagination inspire you, always respecting the places where you are.

HOW?
Write an encouraging, positive sentence on a piece of paper or on the official #leaveamessage note (download from http://machedavvero.blogspot.co.uk/p/leaveamessage-2012-share-love.html).

WHERE?
Leave the note around the city, in places where it runs a high risk of being found. Some examples? The cabinet of the gym, under a wiper, under a school desk, behind the keyboard of a computer, between the sugar sachets in a pub, etc.

WHEN?
On December 14th, 2012.

WHY?
We all need smiles and positive vibes!


And SHARE it at the end of the day!
If you find a #leaveamessage note around your city, share it!
If you are on Twitter, tweet the place where you left your note using the hashtag # leaveamessage and writing city and place. eg. (There is a message on a bus seat 202, # Rome. # Leaveamessage) 
If you've found a ticket and you reached this page, tweet the content of your message (eg 'Bring a flower to your mother without reason'. The Front Door,  #Galway # leaveamessage)
If you are on Instagram, take a pict of your ticket and tag it # leaveamessage
If you are on Facebook state your membership # leaveamessage and link this page (http://bit.ly/leaveamessage2012)

And don't forget to invite your friends!

Many many many thanks to:



Oggi è un giorno bellissimo.

Sono arrivati i soldi della cassa integrazione... e io sono quasi commossa. Dopo la delusione di essere stata cacciata, insieme ad altre 250 persone, dal mio posto di lavoro che occupavo proficuamente da circa 8 anni per tagli al personale, dopo aver scelto di abbandonare Roma perché tanto la situazione in Italia va solo a peggiorare e non a migliorare, dopo 8 mesi di stenti e privazioni... oggi è una giornata in cui sorridere. E siamo in tanti a farlo e ci scriviamo e ci commentiamo su FB. Abbiamo le facce sorridenti, anche se si intravede un filo di stanchezza. Dite quello che vi pare, dite pure che i soldi non fanno la felicità. Ma oggi, con un accredito in banca, io mi sento felice.

domenica 9 dicembre 2012

Fuori piove e tu non te ne accorgi.

Secondo una leggenda metropolitana, gli Inuit possiedono un numero insolitamente alto di parole per dire "neve". Qui in Irlanda, invece, ne hanno qualcuna in più degli italiani per parlare della pioggia. Noi abbiamo le declinazioni della pioggia: pioggerellina, piovasco, piove che Dio la manda. Qui hanno gli aggettivi: misty, pouring, drizzling. Per esempio, se adesso guardo fuori dalla finestra, mi sembra solo che il cielo è grigio, però se vado fuori a fumare una sigaretta (ché a casa non si fuma, eh) torno dentro umidiccia. Misty rain, la chiamano, che praticamente sarebbe quella pioggia-che-pioggia-non-è, sembra tipo nebbia. Una mattina sono uscita da casa, dopo aver speso tipo 20 minuti a sistemarmi i capelli e mi sono detta "Toh, c'è la nebbia... che bello! E' tutto ovattato!". Dopo circa mezz'ora di camminata mi sono accorta che i miei capelli erano fradici, gocciolanti. Fanculo la nebbia, 20 minuti buttati all'aria!
E poi non la chiamano solo "rain", ma anche "shower". Effettivamente certe volte torni a casa che sembra che ti sei fatto una doccia. Ovvio, questo capita se non ti sei portato un ombrello appresso. Io, dopo solo due mesi, ho già comprato due ombrelli. L'ombrello, in Irlanda, viene tenuto veramente in considerazione. Se vai in qualsiasi negozio trovi una varietà di ombrelli che te dico fermate. Colorati, a fantasia, girlish, seriosi, con o senza custodia. Le teorie contrastanti prevedono due differenti modus operandi in fase di acquisto di un ombrello:
1) ci spendi poco, pochissimo, praticamente un cazzo, tanto poi lo perdi o si rompe a causa del vento;
2) ci spendi mezzo stipendio e lo compri buono, veramente buono. L'altro mezzo stipendio lo usi per aprire una polizza assicurativa contro furto e smarrimento dell'ombrello stesso, e magari ci metti anche delle comode manette per tenerlo sempre attaccato al polso.
Io sono più una tipa da "modus operandi 1"
Il mio primo ombrello l'ho preso da €Giant, che sarebbe un negozio dove prendi tutto a 1, 2 o 4 €. "Solo 2 €?!?! Una svolta!", ho pensato. Ma io non sono poi così brava a fare acquisti: al primo utilizzo mi sono resa conto che il manico era troppo corto e quindi mi si anchilosava il braccio se lo tenevo aperto per più di 5 minuti. Al secondo utilizzo si è rivelato totalmente inutile perché pioveva in orizzontale. Al terzo utilizzo, viste le copiose raffiche di vento, se n'è andato a quel paese. Dannazione, pessimo acquisto. Ciò significa che ho dovuto comprare un nuovo ombrello d'urgenza. Adesso ne ho uno che è proprio fico: tutto trasparente con il bordo nero, manico a uncino, ripiegabile. Ogni volta che lo guardo mi sento figa perchè è proprio fashion. E ci ho speso solo 5 €! Facendo un calcolo rapido, se il primo che ho comprato è costato 2 € e mi è durato un mese, questo mi dovrebbe durare almeno 2 mesi... e sono già al giro di boa!


UPDATE Mercoledì 12/12/2012: Stavo spiegando le teorie di acquisto degli ombrelli a un mio amico mentre passeggiavamo per Shop Street e una signora che stava ascoltando la nostra conversazione (alla faccia della privacy) mi ha confermato, sorridendo e con vigorosa insistenza, che è meglio attenersi al primo modus operandi. La gente...!

Progetto BLOG #13.

Dopo svariati blog da sola e un paio di blog in compagnia, dopo un blog di cucina, una mezza dozzina di blog deprimenti, quattro o cinque blog simpatici ma affrontati con poca costanza, dopo l'avvento di Facebook che ci ha privato della voglia di scrivere mediante il "Condividi", dopo Twitter che riduce i concetti a un massimo di 140 caratteri, dopo i V-logger che si scopiazzano a vicenda ammiccando fascinosi a una telecamera compatta sentendosi divi del cinema d'avanguardia, dopo Social Network per ogni tipo di esigenza (che in realtà non abbiamo), dopo Instagram che fa fare foto belle anche ai ciechi... ecco, dopo tutto questo, io torno alla base. Che non era Blogspot, era Splinder, in realtà. E come ho detto oggi a un amico, io su Splinder c'avevo dei template che te dico fermate. Vedremo qui che si fa. Ma mica oggi, ché oggi ho sonno. No, non è sonno, è che sto scomoda nel letto, senza il reggi-PC di IKEA che ho lasciato in Sicilia. Sono qui per tenere traccia rigorosamente sparsa di quello che succede/vedo a Galway, città in cui mi sono trasferita da poco più di due mesi. E per non trascurare quella cosa che mi ha sempre affascinato: mostrare, con parole e immagini, come vedo questo palcoscenico chiamato Terra.